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Potrebbe ritrarre una donna intervista tra libri

Scrittore “per caso” o scrittore di professione?

Nell’era della comunicazione social e delle piattaforme che consentono l’auto-pubblicazione, ormai tutti si sentono scrittori o scrittrici “arrivati” già alla prima pubblicazione. Poesie postate sul profilo Facebook, corredate da foto azzeccate, fanno incetta di reazioni positive; oppure un libro scritto sotto la spinta di un’improvvisa ispirazione o, ancora di più, un romanzo autobiografico, accendono gli interessi di lettori e lettrici a caccia di aneddoti personali; del resto, si sa che il meccanismo dell’immedesimazione è basilare.
Va da sé che esistono casi editoriali che, a partire dall’elemento autobiografico, hanno riscosso ampi consensi: Spare del Principe Harry od Open di  Andre Agassi; ma dietro c’è sempre uno staff di professionisti e i successi non sono mai casuali. Stesso discorso per quelle opere che sembrano essere il frutto di un lavoro spontaneo; nella società del marketing, tali eccezioni vanno prese per quello che sono, ovvero “l’idea giusta nel momento giusto, scoperta dal professionista giusto”.
Insomma, il caso non esiste. Essere scrittori e scrittrici implica una serie di competenze e di consapevolezze che non s’improvvisano. Ci vogliono studio, costanza e applicazione; e qui il numero inizia a diradarsi, alla luce dei dati che ricordano che in Italia i lettori sono meno di quanto auspicato, in particolare se rapportati ai dati relativi alle pubblicazioni.
Uno scrittore o una scrittrice di professione non si affidano all’ispirazione e al caso: dietro ogni lavoro c’è un impegno effettivo, basato sui principi della scrittura creativa. La stesura della trama di un romanzo, ad esempio, può richiedere giorni di revisione, e sto parlando dell’idea che si struttura su una sola pagina. Senza contare le ricerche, sia per quanto riguarda i contenuti, sia la forma. Inoltre occorre avere la consapevolezza della lingua, quindi i vocabolari devono essere a portata di mano. Anche quando si tratta di biografie o autobiografie, è importante ricordare che non bastano; questo perché alla seconda opera bisogna dimostrare di essere davvero uno scrittore… e qui arriva la “prova del nove”!
La trama, lo stile, le stesure: così si pone il distinguo tra lo “scrittore per caso” e lo “scrittore professionista”. Quest’ultimo porta sempre valore aggiunto ai suoi scritti e a quelli di chi si rivolge a lui. Insomma, nessuno “nasce imparato” come si dice, nemmeno le penne più talentuose.

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