Raccontare una storia ricorda quei momenti in cui la famiglia si ritrovava accanto al fuoco, in certe sere di tempi andati, e il più anziano narrava gesta e vicende di personaggi che in quelle parole diventavano leggenda, tramandando di padre in figlio la loro memoria. Ma restava anche la memoria di chi aveva raccontato quelle storie, quelle persone, con la sua voce e i suoi modi di dire, il suono particolare della voce o un’intonazione particolare, l’enfasi tutta sua con cui intrideva di emozione i dettagli più avvincenti.
Era così che quelle figure lontane diventavano perciò vive nei nostri ricordi, diventando col tempo una parte di noi e crescendo nel nostro cuore.
Raccontare una storia come ghostwriter non è tanto diverso da quello che facevano i nostri nonni. Si raccontano le storie e la vita di altre persone scegliendo con cura le parole migliori, lo stile più adatto e, soprattutto, mettendoci il cuore. Perché la prima cosa che deve saper fare un ghostwriter per raccontare bene la tua storia non è, come si crede erroneamente, il saper scrivere – perché a scrivere bene son buoni in tanti, o quasi – ma il saper ascoltare con l’anima quello che hai da trasmettere agli altri e tradurlo con il tuo linguaggio, il tuo personale alfabeto che resterà una memoria duratura a sfidare il tempo, facendo sì che anche tu potrai essere portato nel cuore nei giorni a venire da chi leggerà la tua storia.
Perché sono le nostre storie a sopravviverci.