La rivoluzione digitale è in corso da alcuni anni, ma in questi ultimi, a partire dalla Pandemia, se ne stanno avvertendo gli effetti in maniera più massiccia.

Le parole tag sono diverse: tecnologia, connettività, innovazione, trasformazione, informatica, automazione, intelligenza artificiale, digitalizzazione, dati, IoT, cloud computing, robotica, industria 4.0, blockchain, machine learning, big data, algoritmi.

L’Intelligenza Artificiale è in forte espansione, configurandosi per la maggior parte delle persone come un territorio enigmatico per la letteratura che gli si è sviluppata intorno in maniera fantasiosa.  Ma si sa che spesso la fantasia supera la realtà: ne parleremo in altri articoli sul tema della scrittura; in questo, mi soffermo sull’introduzione di tool e applicazioni che stanno contribuendo in maniera decisiva alla realizzazioni di siti web di alto profilo e con procedure di automatizzazione sempre più raffinate.

L’automatizzazione implica un’ottimizzazione nei processi gestionali, in una semplificazione di interfaccia che di fatto si basa su un’architettura complessa. Da qui la necessità di essere consapevoli di una cultura digitale vera e propria, alimentata da diverse discipline quali l’informatica, la matematica, la biologia, le scienze umane tra cui la psicologia. Non esiste sviluppo senza trasversalità e la rivoluzione in corso è solo in una sua fase, tanto vivace quando ricca di implicazioni e slanci.

Gli investimenti sul digitale sono ingenti e per il futuro si aspettano applicazioni volte a semplificare sempre più lavori e operazioni difficili, di cui cogliamo solo i dati in uscita.  Il sommerso, in continua espansione, resta e resterà in larga parte ancora un mistero, un aggregato di acquisizioni, preziose per gli addetti ai lavori, attenti a cogliere le innovazioni nei tempi giusti, con rapidità e sapienza.

Tra le chiavi, quella di volta della rivoluzione digitale è proprio il sapere, complesso, a volte criptico, ma anche condensato delle esperienze e percezioni umane. Perché il digitale resta sempre umano… molto umano!