Oggigiorno vedo tanti website divulgare pillole sulla comunicazione, basta una semplice googolata e si aprono pagine e pagine di consigli, mini-lezioni, corsi, che certamente contengono tanti suggerimenti e indicazioni, purtuttavia non posso fare a meno di notare come la comunicazione cui si fa sempre più spesso riferimento sia quella rivolta al business – marketing communication – il cui fine è il guadagno. Il che, detto tra noi, non è un male, ma relegare la comunicazione ad un insieme di tecnicismi che si apprendono in un’aula – fisica o virtuale che sia – e applicabili al mondo creato per un sicuro ritorno economico mi pare molto riduttivo. Ho letto recentemente l’affermazione che “tutti possono divenire comunicatori seguendo poche regole” poi declinate in formulazioni, distinzioni di target e di prodotto, tecniche e tone of voice a seconda dei canali utilizzati. Tutto molto utile, ma carente dei fondamentali, specie se si parla di comunicazione scritta. Queste ricette facili producono, invero, solo una gran confusione che non tiene minimamente conto del significato autentico del saper comunicare e del saper produrre contenuti in forma scritta.
Sarò rimasta ad una visione tipicamente classicista, romantica e, al contempo, fortemente disciplinata, ma il saper scrivere e pertanto comunicare non può prescindere dallo studio approfondito della lingua, dal pensiero, dall’ascolto, dalla riflessione, dall’elaborazione, dal sentimento, dalla redazione, dal ritmo, dalla tecnica comprese in un’armonia complessiva.